Rolling Stones Italia - Discografia Ufficiale - 1983 Undercover


1983 UNDERCOVER

 

 

 

1 Undercover Of The Night
2 She Was Hot
3 Tie You Up (The Pain of Love)
4 Wanna Hold You
5 Feel On Baby
6 Too Much Blood
7 Pretty Beat Up
8 Too Tough
9 All The Way Down
10 It Must Be Hell

 


 

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Etichetta:

Virgin

Data di pubblicazione:

7 Novembre 1983 (Uk e USA)

Formazione band:

Mick Jagger: Voce

Keith Richards: Chitarra

Charlie Watts: Batteria

Bill Wyman: Basso

Ron Wood: Chitarra

Altri musicisti:

Chuck Leavell – Tastiere, organo e piano
Ian Stewart – Piano e percussioni
David Sanborn – Sax
Chops – fiati
Sly Dunbar – Percussioni
Robbie Shakespeare – Basso
Moustapha Cisse – Percussioni
Brahms Coundoul – Percussioni
Martin Ditcham – Percussioni
Jim Barber – Chitarra in "Too Much Blood"


Note:

L'album arriva fino al n° 3 delle charts in patria e al n° 4 negli USA, anche se risulterà alla fine uno dei meno venduti della storia della Band coi suoi 3,5 milioni di copie nel mondo, di cui poco meno della metà nei soli States.
L'album e' stato spesso bersaglio della critica più "integralista" che lo ha sempre considerato troppo "commerciale", troppo pronto a strizzare l'occhio alle mode del momento e troppo incline a suoni "artificiali" fatti di synth ed elettronica varia molto in voga in pieni eighties, tralasciando la strada maestra del Rock e del Blues che fino a quel momento era stato il loro indelebile marchio di fabbrica.

Fortunatamente, l'album e' stato giustamente rivalutato col tempo, acquistando spessore e dignità e diventando a ragion veduta l'ultimo album dove la Band ha coraggiosamente sperimentato strade diverse, con una ricerca di stili e contaminazioni lodevole per cinque signori a cavallo della quarantina (Bill ne aveva 47 all'uscita dell'album...), denotando una sensibilità musicale notevole e una voglia di ricerca sonora da far invidia a decine di loro colleghi ventenni.
Il disco presentava un foglietto di iscrizione al "Rolling Stones official fans club Beggars Banquet" e fu registrato tra il Novembre '82 e l'Agosto '83 tra i Compass Point di Nassau e i famigerati Pathè Marconi di Parigi, avvalendosi di vari collaboratori esterni tra cui spiccano i nomi di Sly & Robbie, colossi del dub, David Sanborn virtuoso del sax, l'impagabile Stu e, per la prima volta su disco, il tastierista Chuck Leavell già assoldato per il Tour Europeo dell'82.
Insomma al tirar delle somme "Undercover" ha fatto come il vino buono, col passare degli anni (si sa, il tempo ha sempre ragione...) e' diventato migliore, non un capolavoro per carità, ma e' l'istantanea dell'anno di grazia 1983 in cui un gruppo di Star del Rock sono ancora una macchina da Rock, mi si passi il gioco di parole, e ben pochi loro contemporanei potevano permettersi un simile sacrilegio alle leggi della fisica e della natura stessa che tutto consuma e distrugge.

La freschezza dei brani, anche quelli meno riusciti da dei punti ai loro lavori degli anni a venire, e' l'ultimo album prima della "Terza Guerra Mondiale", l'ultimo in cui i "Glimmer Twins" sono stati davvero gli "Sweethearts together" cantati ruffianamente un decennio dopo, sistemati in studio in modo tale da potersi vedere tutti reciprocamente, senza stanze separate, senza computer, ma solo animate discussioni a proposito della tonalità migliore nella quale suonare un certo brano... Avevano ancora ambizione, l'orgoglio, quello l'hanno sempre avuto da vendere, e mischiando i due ingredienti e aggiungendo un pizzico di sfrontatezza ecco "Undercover", un disco con la spina dorsale, un disco di carattere, un disco da riscoprire.
Fa una certa impressione l'assenza di Bobby Keys dal progetto, Bobby era stato infatti allontanato dopo i bagordi dell'ultimo Tour Americano di due anni prima per il suo comportamento definito "disordinato" che aveva a quanto pare creato non pochi problemi alla Band.

Comunque, che conveniate o meno, "Undercover" rappresentò l'ultimo capitolo di un periodo importante per la Band, iniziato in modo glorioso nel '78 col ritorno all'essenza del Rock con "Some Girls", e anche se effettivamente sembra esserci poco qui che possa competere con la furia primordiale di quell'album, "Undercover" riesce perlomeno a mantenere un sound "bollente", un tregistro grezzo e allo stesso tempo vigoroso, fresco e "urgente".
Quando due anni dopo, gli Stones si riunirono a Parigi e New York per le registrazioni di "Dirty work", di tutto ciò non ci sarebbe stata piu' traccia... Andato, sparito per sempre. "Undercover", l'ultimo disco di un periodo che non tornerà piu' indietro...

Undercover (Of The Night) - Brano dal ritmo funky in staccato, con un aggressivo effetto eco, un pesante beat scandisce sinistramente il cantato di Mick che parla di squadre della morte e di dittatori, di giovani scomparsi nelle prigioni Sudamericane e uomini rapiti dai "Contras" col beneplacito degli Stati Uniti d'America. Mai gli Stones si erano spinti così oltre con temi politici, e il tutto fu sottolineato ancor più dal video del brano poi bandito da MTV in cui appare Keith con la maschera della morte e Mick con dei baffetti Latini in mezzo a sparatorie a go-go anche all'interno d una chiesa.
Ottimo il lavoro di Chris Kimsey che datte un suono particolarissimo a chitarra e batteria.

She Was Hot - Si torna a casa! Gli Stones lascivi ai limiti della volgarità, sesso e Rock'n'roll con Stu a menare le danze col suo fantastico piano Boogie-woogie. Il tutto sancito dall'esilarante video anch'esso bandito da MTV con la ballerina rossa Anita Norris che faceva fondere manici di chitarre, esplodere attrezzature e la patta dei calzoni di Keith, riduceva in cenere Mick (!!) e spruzzava fiammate dal didietro.
Grande pezzo rock'n'roll e grande Stu, con tutta la Band che torna a quello che sa fare meglio... di tutti!

Tie You Up (The Pain Of Love) - Altro pezzo con pesanti allusioni sessuali (all'epoca dell'uscita del disco ricordo che discorrendo con un mio amico Inglese, questi leggendo i testi rimase sbalordito e stupefatto di quanto avessero osato in termini di "cattiveria", estremizzazioni varie, violenza e sesso), stavolta e' di scena il masochismo, così, sul cantato volutamente lascivo di Mick, che esegue anche il falsetto, fanno da contraltare la chitarra di Keith accompagnata dall'ottimo organo di Chuck Leavell e dal metronomico drumming di Charlie, Ronnie e' al basso.

Wanna Hold You - Canto d'amore di Keith per una donna (Patty?!?) con tutta la band che lo supporta procedendo a ritmo frenetico. Il cantato sgangherato di Keith che diventerà col tempo un vero e proprio marchio di fabbrica, e' caldo, sincero e appassionato e risulta credibilissimo.
Piccola curiosità: in una take del pezzo durante le sessions dell'album, Mick si cimenta addirittura alla batteria!

Feel On Baby - Nessuna Rock Band degli anni '60 riuscì a fare proprio il linguaggio del reggae meglio dei Rolling Stones, i quali oltre a registrare diversi pezzi in quello stile durante tutti i '70, "vissero" in prima persona la terra di Jah sia andandoci a registrare, sia scoprendo giovani talenti come Peter Tosh ,sia andandoci in vacanza spesso e volentieri e addirittura vivendoci di tanto in tanto come accadeva a Keith ed Anita nella casa acquistata nei pressi di Ocho Rios. Quindi risulta abbastanza normale che due colossi del reggae-dub quali Sly & Robbie coi loro ritmi ipnotici e tribali, uniti alla voce sensuale e ammaliante di Mick dessero vita a un connubio che generava scintille: detto-fatto... "Feel on Baby", con Keith che contribuisce intonando lamentose armonie vocali in sottofondo col cantato dolente di Mick e in coda al brano un affascinante ensemble di percussionisti Senegalesi che colorano il brano di una World music affascinante e speziata... Chapeau!

Too Much Blood - Diciotto minuti, tanto durava una delle prime registrazioni del pezzo che e' uno dei piu' particolari e controversi dell'intero catalogo Stones. Il pezzo e' una escursione (riuscita) nel funky urbano, con testo scritto da un Mick parecchio brillo che la sera della prima take, iniziò a raccontare una storia "rappando". Era un fatto realmente accaduto: Issei Sagawa, uno studente di lettere Giapponese della Sorbona, nell'81 uccise la sua ragazza e ne mangiò le carni un po' crude e un po' cotte in padella per poi arrendersi alla polizia. Lo scoprì un tassista una notte, mentre seppelliva le ossa della malcapitata nel "Bois de Boulogne", che manco a farlo apposta, si trovava nelle vicinanze dei Pathè Marconi e davanti al quale la Band passava ogni giorno per andare a mangiare al bar ristorante di uno dei piu' scalcinati quartieri di tutta Parigi.
Alla fine,il brano debitamente tagliato, viene riempito dalla chitarra di Ronnie, dal sax di David Sanborn e dalla batteria di Sly Dunbar. Jim Barber appare alla chitarra, una Les Paul Jr. gentilmente prestatagli da Keith da cui fa uscire un suono metallico e dal sapore irresistibilmente funky. Grande sezione fiati: la Sugarhill con Chops alle percussioni. Memorabile la versione dance e dub di una ventina di minuti.
Manco a farlo apposta il video del brano fu censurato da MTV.

Preatty Beat Up - Pezzo dal dinamico riff funky e da un trascinante groove su cui si inserisce il rap di Mick e il delizioso solo di sax contralto dal sapore tipicamente rhythm'n'blues da parte di David Sanborn. Il pezzo e' co-scritto con Ronnie e inizialmente si intitolava "Dogshit".
Ottimo il piano "Yamaha" di Bill che cede il suo strumento a Keith.

Too Tought - Altro pezzaccio vecchia maniera venuto alla luce nel lontano '75 col titolo provvisorio di "Cellophane trousers" con Mick che in tono irritato avvisa un'amante di non attaccar briga con lui.
Gran lavoro di Keith che inventa un altro dei suoi riff, e Ronnie si produce in una frenetica esplosione di note su di esso.

All The Way Down - Grande Mick che ci offre una dinamica performance vocale, nel suo frenetico rap getta uno sguardo sulla gioventù e sull'amore, sul passare del tempo coi suoi avvenimenti belli e brutti che siano. La band lo supporta da par suo con una prestazione vibrante nei territori a loro piu' cari, altro gran pezzo.

It Must Be Hell - Pezzo marcatamente chitarristico con Keith e Ronnie ad inseguirsi e a fondersi nel loro gioco preferito e Mick che canta disilluso dei difetti della società e della politica, gettando uno sguardo alla grama vita delle classi meno abbienti con pessimismo e amarezza, una buona chiusura non cè che dire!

Mailexile

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